Chi è di scena
Dopo aver condotto un’accurata ricerca all’ASAC della Biennale di Venezia, il saggista e storyteller Luca Scarlini presenta una rassegna dei più interessanti eventi culturali che si sono tenuti al teatro di Palazzo Grassi tra gli anni '60 e gli anni '80.
Dopo aver condotto un’accurata ricerca all’ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee) della Biennale di Venezia, il saggista e storyteller ha presentato al pubblico una rassegna dei più interessanti eventi culturali che si sono tenuti al teatro di Palazzo Grassi tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta.
A partire dalla trasformazione di Palazzo Grassi in Centro Internazionale delle arti e del costume, anche lo spazio adiacente all’immobile, fino ad allora impiegato come giardino dal barone Simeone de Sina che nel 1857 ne aveva commissionato la progettazione, subisce un importante cambio d’uso.
Si riconverte perciò lo spazio in un teatro all’aperto, negli anni successivi accessoriato di una copertura mobile, destinato ad accogliere esibizioni radicalmente diverse tra loro, che alternano teatro musicale, teatro di prosa e teatro per ragazzi, commedie, performance, concerti, eventi performativi soprattutto legati alla Biennale di Venezia, e tra i tanti, persino sfilate di moda. Proprio in queste occasioni il teatro ha ospitato personalità del calibro di Mariangela Melato, la quale ha sfilato per Filippo Crivelli, lo spettacolo delle “sfilate raccontate”, con la partecipazione del Quartetto Cetra e nel 1972, per la prima edizione della fiera “Moda e maglieria” la star è stata Amanda Lear che ha trionfato con un abito rivisitato da Salvador Dalì.
Ma per la maggior parte di questi anni, sul palco del teatro di Palazzo Grassi è andato in scena teatro di ricerca, ideologico, d’avanguardia, innovativo, a volte antitetico per le tematiche trattate, di provenienza sia locale che, soprattutto, internazionale, sempre seguendo lo spirito del tempo, quello che, negli anni Sessanta e Settanta, incarnava la Biennale di Venezia, promotrice del festival Internazionale del Teatro di Prosa.
Il grande successo di pubblico ha raccolto, negli anni, reazioni molto diverse tra loro: si sono registrate code lunghissime per la performance de Il sogno di Ingmar Bergman, ma anche l’irruzione della polizia allo spettacolo Narrow Road to the Deep North, scritto dal criticato drammaturgo anglosassone Edward Bond, così come contestazioni di natura politica, è il caso della messa in scena di Ronda de mort a Sinera, pièce catalana malvista dal governo franchista.
Come recita il sottotitolo del 30° Festival, sul palcoscenico di Palazzo Grassi “si trattano crisi, contraddizioni, e conflitti del teatro contemporaneo”.
Infine, va ricordato in maniera particolare l’anno 1972 quando, per la prima volta in Europa, arriva il teatro Nō tradizionale e i nuovi spettacoli giapponesi, un repertorio che richiama a Venezia pubblico da ogni dove per vedere una forma d’arte poco conosciuta.