Approfondendo Luc Tuymans attraverso la sua mostra e le sue parole

Luc Tuymans La Pelle
Chiudi © Matteo De Fina
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15.02.23

Approfondendo Luc Tuymans attraverso la sua mostra e le sue parole

Nel 2019 Palazzo Grassi presenta la prima mostra personale in Italia di Luc Tuymans (Mortsel, Belgio, 1958), considerato uno degli artisti più influenti nel panorama internazionale. La mostra porta il titolo “La Pelle” – dal libro del 1949 di Curzio Malaparte.

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Nel 2019 Palazzo Grassi presenta la prima mostra personale in Italia di Luc Tuymans (Mortsel, Belgio, 1958), considerato uno degli artisti più influenti nel panorama internazionale. La mostra porta il titolo “La Pelle” – dal libro del 1949 di Curzio Malaparte – qui inteso non in senso letterale ma più con il senso di «sotto la pelle». L’esposizione è curata da Caroline Bourgeois in collaborazione con Luc Tuymans, i quali si propongono di far vivere un’esperienza pittorica che «presenta contenuti molto più potenti di quanto si possa pensare».

Luc Tuymans si dedica alla pittura fin dalla metà degli anni Ottanta e, lungo tutta la sua carriera, contribuisce alla rinascita del medium pittorico nell’arte contemporanea. Le sue opere trattano questioni del passato e della storia recente, ma anche soggetti quotidiani attraverso un repertorio di immagini provenienti dalla sfera personale e pubblica – dalla stampa, dalla televisione o dal web – rappresentate attraverso una luce rarefatta, restituendole in una forma rivolta a suscitare una certa inquietudine per arrivare a ottenere – come l’artista stesso ha descritto – una «falsificazione autentica» della realtà.

“La mostra è stata concepita lavorando insieme a Caroline Bourgeois per due anni. Non è propriamente una retrospettiva e non è nemmeno caratterizzata da una linearità temporale, c’è un’idea site-specific alla base, di far dialogare le opere con gli spazi.”

L’esposizione presenta oltre 80 opere, tracciando un percorso incentrato su una selezione di dipinti che vanno dal 1986 a oggi. Si inizia con delle icone del lavoro di Luc Tuymans, alcune delle quali realizzate con una particolare tecnica in grado di creare effettivi visivi inaspettati.

“Una volta che decido di voler dipingere un’immagine capisco anche come dipingerla. Sotto lo strato di pittura ho utilizzato una sostanza che fa sì che la tela si crepi prima del previsto, in questo modo il dipinto sembrava già invecchiato quand’è stato fatto, negli anni Novanta, in modo completamente intenzionale.”

L’opera manifesto della mostra, Twenty Seventeen, fa parte della Pinault Collection e, come spiega l’artista, non è un vero e proprio ritratto, ma la proiezione di un volto sul viso di una bambola. È la rappresentazione di uno sguardo che incarna l’incomprensione e lo shock di fronte ad alcuni eventi di natura politica, sociale e culturale accorsi nel 2017, anno in cui è stata realizzata. 

“Rappresenta una donna che sembra essere in difficoltà o molto angosciata o spaventata, esprime paura ma in modo sordo, quasi immobilizzata nell’immagine.”

All’artista piace giocare con le giustapposizioni di colore, con le somiglianze e i significati. Come si può osservare nella sala in cui sono esposte Venedig, Indelible Evidence, Issei Sagawa e Candle, quattro opere provenienti da collezioni private e da vari musei, nella mostra si raccontano storie molto diverse. I ricordi personali dell’artista sono fusi con la storia di Venezia, in modo da creare nuove e particolari vedute paesaggistiche in più dimensioni, ma sono presenti anche suggestioni ricavate da fotografie di scene del crimine, torna l’idea di maschera che ricopre i volti dei suoi ritratti, e si indagano le tonalità del concetto di luce, elemento senza il quale «non esisterebbe dipinto o immagine».

“Non dipingo mai sulla tela tirata ma direttamente su un pezzo di tela inchiodata al muro, che solo alla fine viene montato su una cornice. Di conseguenza nessun dipinto ha la stessa dimensione.”

Il progetto espositivo, ideato insieme all’artista, risponde all’ottavo invito carte blanche che caratterizza i grandi progetti monografici della Pinault Collection e include, inoltre, un’opera site specific, realizzata appositamente da Luc Tuymans per gli spazi di Palazzo Grassi.

Nel novembre 2015 l’artista è stato protagonista di una “Art Conversation” al Teatrino di Palazzo Grassi in cui dialoga con la curatrice Caroline Bourgeois, e i critici Marc Donnadieu e Jarrett Earnest, autori del catalogo della mostra "La Pelle".